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a.C. / d.C.

Chiariamo subito che non parliamo di un famoso gruppo rock australiano... Si tratta delle ben conosciute abbreviazioni di “avanti Cristo” e “dopo Cristo”. Così abbiamo imparato a dividere la storia dell’umanità in buona parte del mondo. Oggi sono in molti a parlare anche di un mondo prima della venuta di questo virus e di uno dopo, come di una realtà che non sarà per forza più quella di prima, con cambiamenti sociali radicali. Il mondo dopo la venuta di Cristo non è stato più lo stesso, sarà veramente così anche per il d.C. (dopo Coronavirus)?

Con la sua venuta Gesù ha tracciato una linea netta nella storia dell’umanità. Il Padre manda il Figlio in un momento storico ben preciso per il suo piano di salvezza: quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio (Galati 4:4). Da quel momento in poi la strada è aperta per tutti coloro che, credendo, vengono adottati come figli di Dio (v. 5), ricevono il suo Spirito (v. 6) e diventano liberi eredi della grazia di Dio (v. 7). La fede in Gesù scaturisce una rinascita spirituale personale, mettendo fine a tutto quello che c’era prima e inaugurando una nuova fase: Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove (2 Corinzi 5:17).

Tutto questo è però opzionale, dipende infatti dalla scelta personale di ognuno il far propria questa svolta epocale del mondo e farla diventare, per fede, anche una svolta nella propria storia personale.

Così, anche questa pandemia, come tanti altri momenti cruciali di grande cambiamento, ha potenzialmente offerto una possibilità di riflessione, sia globale che individuale, per dare un nuovo indirizzo alla propria vita. La storia purtroppo ci insegna che, sia nel caso della venuta di Gesù che in quella dei grandi eventi dell'umanità, sono solo pochi quelli che hanno fatto tesoro di quell’esperienza e hanno poi preso strade diverse, approfittando delle nuove opportunità (vedi post Crisi e opportunità inaspettate e Per non dimenticare ).

Riflettiamo. C’è mai stato un prima e un dopo nella nostra vita? Possiamo riconoscere un evento che ha cambiato ogni cosa? Se sì, cosa lo ha provocato? Una malattia, un lutto o forse un fatto positivo (matrimonio, figli, lavoro, successo, ecc.)? Questi avvenimenti sono stati fonte di cambiamenti veramente definitivi o solo parziali e solo per un certo tempo?

Gesù offre un cambiamento radicale e definitivo, un prima e un dopo totalmente diversi: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. (Giovanni 6:35); Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25-26).

L’apostolo Paolo parla molte volte della sua vita di prima, come quella di uno zelante religioso che perseguitava la nuova via inaugurata da Gesù, e quella successiva alla sua conversione, totalmente al servizio di quello stesso Gesù e del suo messaggio di salvezza (Galati 1:13-16; 1 Timoteo 1:12-16).

Grandi opportunità aspettano ognuno di noi, grandi possibilità di inaugurare una nuova direzione nella nostra vita (vedi anche post La curva). C’è un prima che tutti noi conosciamo e abbiamo vissuto, ora protendiamoci verso un dopo con obiettivi e mete totalmente diversi: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù (Filippesi 3:13-14). Gesù chiama, guardiamo avanti, guardiamo al dopo.


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