Tutti hanno fretta, urgenza di ripartire. Tutti vogliamo date certe per la ripresa della scuola, per la riapertura dei negozi, per quella delle piste da sci, dello spostamento fra regioni, ecc. Comprensibile, perché vuol dire potersi organizzare meglio e rimettere in moto il sistema paese, nonostante il virus sia ancora molto pericoloso. Ma non sempre è possibile, non sempre le risposte che noi vorremmo sono al passo con i nostri tempi.
A volte ci sono ritardi a noi incomprensibili e che accettiamo con difficoltà. Ne abbiamo parlato mesi fa nei post Ritardi e ostacoli (prima e seconda parte). Lì parlavamo di un Gesù che si attardava ad arrivare alla casa della figlia morente di Iairo. Ma c’è un altro caso in cui Gesù viene in qualche modo accusato di essere in ritardo nel suo intervento: Lazzaro, amico fraterno di Gesù sta male e le sue due sorelle, Maria e Marta, lo fanno chiamare: Signore, ecco, colui che tu ami è malato (Giovanni 11:3). Ma Gesù non va subito, non corre subito al capezzale dell’amico sofferente, come ci si sarebbe aspettato: Or Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro; come ebbe udito che egli era malato, si trattenne ancora due giorni nel luogo dove si trovava. (vv. 5-6). Due giorni di attesa, più il tempo del viaggio per raggiungere Betania e poteva essere troppo tardi… come in effetti fu (v. 14). Quando finalmente giunse a casa di Marta e Maria, Lazzaro era ormai morto da quattro giorni (v. 17). Sia Marta che Maria sottolineano l’arrivo in ritardo di Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». (Giovanni 11:21, 32). Qualcuno dei presenti, conoscendo il potere di guarigione di Gesù, sbottò: Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?» (v. 37).
Quante volte, anche come credenti, ci siamo chiesti il perché di un silenzio, di un ritardo, di una mancata risposta da parte di Dio. Perché si ammalano e muoiono persone che amano Dio e che sono da lui amate?
Ma Gesù non era né in ritardo né insensibile all’appello di Marta e Maria. Gesù sa e vuole che quello che lui avrebbe fatto da lì a qualche giorno, fosse a gloria di Dio: Gesù, udito ciò, disse: «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato». (v. 4).
C’è sempre uno scopo dietro ogni presunto ritardo nella risposta di Dio. Questa volta i discepoli dovevano imparare a credere e fidarsi di lui anche davanti a ciò che agli occhi degli uomini è umanamente irreversibile: per voi mi rallegro di non essere stato là, affinché crediate (v. 5). Dovevano fidarsi e fare quel viaggio con lui, nonostante il rischio di essere perseguitati, nonostante il rischio della loro propria vita: I discepoli gli dissero: «Rabbì, proprio adesso i Giudei cercavano di lapidarti, e tu vuoi tornare là?» (v. 8, vedi anche v. 16).
Anche Marta e Maria dovevano imparare a confidare non solo nell’amico fraterno, ma in colui che è Dio onnipotente, che ha potere sulla vita e sulla morte: Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo? (vv. 25-26). E anche i Giudei presenti, così religiosi ma così increduli, dovevano riconoscere in Gesù il Signore della vita.
No, non è Gesù che deve stare al passo con i nostri tempi, ma semmai il contrario. A noi il credere, l'avere fiducia in lui sempre in ogni circostanza e in ogni tempo. Seguirlo, nonostante il cammino sia difficile, a volte rischioso, pieno di umane incognite. Alla fine del percorso però c’è Lazzaro che esce dal sepolcro, c’è la vittoria della vita sulla morte. Anche noi sentiremo la sua voce, dolce e potente, scossa dal turbamento e dalle lacrime di chi ama e soffre davanti al dolore e all’incredulità di molti (vv. 35, 38), che ci chiama fuori, alla vita.
Come lo ha chiesto a Marta, lo chiede a noi: credi tu questo? E ancora: Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio? (v. 40).
A lui i tempi e i modi, a noi la fede per vedere la gloria di Dio manifestarsi anche nelle nostre vite, seguendo i suoi passi, stando ai suoi tempi.
Grazie Amici!!!!!