Ha destato molta indignazione il vedere uomini e donne impegnati in politica, anche parlamentari, spesso con una carriera lavorativa personale importante, richiedere il bonus Inps di 600€ nonostante i più che lucrosi guadagni mensili. Non è la cifra in sé a creare scalpore, ma il fatto che politici abbienti, in una situazione nazionale che vede molte persone aver perso il lavoro e che faticano per sopravvivere, si sentano di dover ricevere anche questo contributo. Sembra proprio che non ci si sappia mai accontentare e che si vogliano raccogliere anche le briciole di una tavola ricca di ogni bene, mentre altri faticano a mettere insieme il pranzo con la cena.
Sembra di sentire la voce dell’Ecclesiaste che afferma: Tutta la fatica dell’uomo è per la sua bocca, però l’appetito suo non è mai sazio (Ecclesiaste 6:7). Sull'incapacità di molti di sapersi accontentare di quello che uno ha (soprattutto quando è molto!), abbiamo già parlato precedentemente (vedi il post Sapersi accontentare), come abbiamo anche citato la parabola del ricco stolto, che nella sua insaziabilità, continuava a accumulare beni su beni (Luca 12:16-20, vedi Finanziamenti a fondo perduto). Ma la bramosia per avere sempre di più, anche privandolo talvolta a chi ne ha più bisogno, innesca un vortice che non solo non ha mai fine, ma che continua a lasciare comunque insoddisfatti. A coloro che vivono così, il Signore dà lo stesso avvertimento dato a coloro che, mentre la situazione generale era in rovina, si occupavano solo di sé stessi, senza comunque trovare mai piena soddisfazione: Ora così parla il SIGNORE degli eserciti: «Riflettete bene sulla vostra condotta! Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata». Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Riflettete bene sulla vostra condotta! (Aggeo 1:5-7). C’è un una borsa bucata che va chiusa, una fame e una sete che va saziata una volta per tutte, per non lasciarci travolgere da questo infernale ciclo di vita e imparare a godere pienamente del frutto del proprio lavoro e, soprattutto, di quello che il Signore vuole donarci.
Salomone dopo una vita spesa in buona parte a godere dei suoi infiniti beni materiali, della sua continua ricerca del piacere, ne ricava una ben triste morale: Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia, poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata di ogni mia fatica. Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole. (Ecclesiaste 2:10-11)
Chi ama l’argento non è saziato con l’argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità. Quando abbondano i beni, abbondano anche quelli che li mangiano; e quale vantaggio ne viene ai possessori, se non di vedere quei beni con i loro occhi? (Ecclesiaste 5:10-11).
Ma la Parola di Dio ci parla anche di un’altra cosa che è insaziabile: Il soggiorno dei morti e l’abisso sono insaziabili, e insaziabili sono gli occhi degli uomini (Proverbi 27:20; vedi anche Proverbi 30:15-16). Come l’uomo non si sazia di vedere e di possedere, così esiste un fuoco inestinguibile che ha sempre desiderio di nuove anime. Ed è proprio per strapparci da questo nefasto destino che Dio ci invita ad andare da lui per essere finalmente saziati di tutto ciò che porta alla vita. Un dono, che non toglie nulla a nessun altro, ma che è invece costato un prezzo personale altissimo per colui che ce lo offre.
O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti! Porgete l’orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete; io farò con voi un patto eterno, vi largirò le grazie stabili promesse a Davide… Cercate il SIGNORE mentre lo si può trovare; invocatelo mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE, che avrà pietà di lui, al nostro Dio, che non si stanca di perdonare. «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata. (Isaia 55:1-3; 6:11)
Anche Dio non si sazia, non ancora, di salvare. Non smette di donare vita a coloro che non hanno trovato, e non possono trovare, soddisfazione in ciò che non potrà mai saziare. Lasciamoci quindi riempire della sua Parola di vita, lasciamogli portare a buon fine quello che ha pensato per ognuno di noi.
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