Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina, e casa crolla su casa (Luca 11:17). L’ennesima lotta interna tra coalizioni e partiti a cui abbiamo assistito in questi giorni per l’elezione del presidente della Repubblica, altro non è che uno specchio della realtà generale. Quello che succede sempre più e da ormai molto tempo in Italia come in diversi altri paesi al mondo, ci sta mostrando un popolo diviso, con una parte, anche se talvolta solo una minoranza, in guerra con l’altra e quest’ultima con un sempre maggiore senso di insofferenza. È una guerra fatta principalmente di parole, usate come pietre, che talvolta diventano vere pietre, vere violenze. Questo si sta ripercuotendo ad ogni livello sociale, con scontri interni a varie categorie professionali, ma anche all’interno di entità più piccole, in famiglia come anche nelle chiese. Il problema comunque non è certo nuovo, ma è indicatore di una realtà che esiste da sempre e che semmai vediamo maggiormente amplificata e ramificata.
Quasi sempre la causa è il voler far valere a tutti i costi la propria visione personale delle cose, guardando in primo luogo al proprio interesse personale, invece che a quello comune (di questo abbiamo parlato anche nel post Alla ricerca del proprio interesse). A volte purtroppo ci sono anche degli elementi esterni che vengono a turbare la nostra pace e ad alimentare divisioni e scontri (vedi post Fuori gli infiltrati!).
La Parola di Dio invita invece tutti coloro che credono in lui, a una unità di sentimenti, a una visione unica, a un armonia di parole e intenti: Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire (1 Corinzi 1:10). Questo però non è possibile se non è Dio stesso, in Gesù e tramite il suo Spirito, l’elemento unificatore, colui crea l’unità, abbattendo ogni barriera tra persona e persona: Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito (1 Corinzi 12:13); Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3:28). L’errore è quando siamo noi a voler creare artificialmente un’unità, cercando di mettere insieme ciò che è di fatto separato all’origine, perché non ha nel Dio rivelato il punto di rinascita e di incontro comune. A noi semmai viene chiesto, come nel caso del matrimonio, di non separare ciò che Dio ha unito (Marco 10:9), “sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace” (Efesini 4:3).
Senza la fede nell’opera di Gesù, che dona il suo Spirito a tutti coloro che credono in lui, saranno principalmente le nostre opere naturali, carnali, ad avere il sopravvento. Tra queste abbiamo infatti “inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie” (Galati 5:20-21), tutti elementi fortemente divisivi e che sono contrari al frutto dello Spirito Santo, che invece è “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22).
Purtroppo vediamo che, al di fuori di questa realtà spirituale, anche quando si arriva a un punto comune, non è quasi mai frutto di una vera unità, ma del compromesso più che della mediazione e, come abbiamo detto, dell’interesse personale invece che di quello comune.
Ecco perché, più che mai, abbiamo bisogno di colui che solo può creare questa unità, che nasce dal dono d’amore fatto da Gesù. E solo questa unità, profonda e reale e non fittizia o di facciata, che può dimostrare quello che Gesù è venuto a fare nel mondo: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno, come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me (Giovanni 17:21-23). Amati dello stesso amore del Padre per il Figlio, per essere uniti nella stessa unità.
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