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Positivo o negativo?

Cosa distingue una cosa buona da una cattiva, una positiva da una negativa? Ognuno potrebbe esprimere la propria opinione, e spesso ci troveremo in contrasto sulla risposta. Spesso infatti le cose sono molte soggettive, dipendono da tanti fattori personali, culturali o quant’altro.

In questi giorni, per esempio, si discute sul perché ci sia un certo aumento di casi di contagio da coronavirus nonostante il grande numero di vaccinati e, soprattutto, l’introduzione del green pass con centinaia di migliaia di test effettuati. A prima vista sembrerebbe un fatto negativo, in realtà è invece un dato positivo, come sottolinea l’esperto di matematica del virus Roberto Battiston, perché in questo modo si è evidenziato un notevole numero di contagiati, persone che non sapevano di esserlo e che quindi avrebbero potuto a loro volta, non solo sviluppare il virus, ma anche continuare a diffonderlo.

Due cose vorremmo evidenziare, prendendo spunto da quanto appena detto: la prima è che spesso un dato può essere letto in modo diverso a seconda di cosa vogliamo evidenziare, ma che di fatto c’è quasi sempre un solo fatto oggettivo, un dato preciso che sta dietro anche la nostra diversa e soggettiva interpretazione (di questo abbiamo già parlato nella serie di post sul tema Che cos’è verità?). La seconda, anche questa in parte già affrontata nella serie Sentirsi bene o stare bene?, è degna di ulteriori riflessioni.

Tempo fa, storia vera, un missionario andò a vivere presso una popolazione dell’Amazzonia. L’obiettivo era quello di imparare e analizzare la loro complicatissima lingua, mai studiata fino a quel momento da altri, per poi annunciare loro il vangelo e tradurre la Bibbia in quella lingua. L’uomo rimase sorpreso dallo stile di vita della popolazione e arrivò alla conclusione che non avevano bisogno del messaggio del vangelo, perché stavano già bene così. Questo iniziò anche a incrinare le sue certezze, fino ad abbandonare del tutto la fede e continuare solo il lavoro di linguista... Il fatto che un popolo, delle singole persone, vivano bene, non sentano il peso del peccato e quindi la necessità di ricevere il perdono di Dio e di accettare il suo dono di salvezza, significa che non ne hanno bisogno? Dobbiamo leggerlo come un fatto positivo e perciò dovremmo semmai annunciare il vangelo solo a quelli che stanno male, che si sentono oppressi e schiacciati dai sensi di colpa?

Un’altra storia vera, personale. Un neo dietro alla schiena, proprio in mezzo, difficile da vedere e valutare a meno di contorsionismi davanti allo specchio. Difficile da vedere anche perché non è certo abituale che uno vada in cerca di qualcosa che non va, quando invece si sente bene e non ha sintomi di nessun tipo. Perché mai avrei dovuto preoccuparmi? Un giorno mia moglie mi dice che quel neo le sembra un po’ strano, che forse è meglio farlo vedere. Vado, faccio controllare e analizzare: melanoma maligno che, se non tolto e poi controllato e eventualmente curato con dei trattamenti, può portare alla morte. Un fatto decisamente negativo. O no?

Il fatto che io non avessi avuto la minima consapevolezza di un problema che era dentro me, non vuol dire che il problema non ci fosse e che non fosse altamente rischioso per la mia vita. Ma grazie a chi mi ha messo sul chi va là, a chi ha operato per togliere quello che non andava, ai controlli periodici per monitorare l’andamento del tutto, quello che sembrava, e oggettivamente era, un fatto negativo, è diventato quello che ha permesso di intervenire per superare il problema, al punto di far dire al medico che dovevo ringraziare mia moglie per avermi, con il suo avviso, salvato la vita. Quindi, un fatto decisamente positivo!

Così è per il peccato. Non è sempre detto che ne siamo consapevoli, anzi spesso non lo siamo e non sentiamo alcun bisogno di fare nulla. Fino a quando qualcuno non ci viene a dire che c’è qualcosa che non va in noi e che, se non si fa qualcosa, questo ci porterà alla morte. Questo è il ruolo della legge di Dio e la risposta del vangelo: farci capire quale è la nostra condizione e quali le conseguenze (il fatto negativo) (Romani 3:20; 7:7) e, contestualmente, offrire la cura, la guarigione che Gesù vuole operare in noi, grazie al suo unico e risolutore intervento (il fatto positivo) (Galati, 3:24).

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 6:22-23).

E qui non è questione di interpretazione, entrambi sono fatti oggettivi, sia che ne abbiamo consapevolezza, sia che ignoriamo il problema. Grazie quindi a chi avvisa e grazie a chi è intervenuto per darci la soluzione... un fatto decisamente positivo!


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