Una recentissima scoperta fatta nel deserto della Giudea, in Israele, riporta alla luce dei frammenti di alcuni testi biblici (vedi qui e qui) Era dai famosi rotoli del Mar Morto, ritrovati tra il 1947 e il 1956 nelle grotte di Qumran, che non si faceva una scoperta simile. Mentre quella volta si trovarono manoscritti di oltre la metà del testo dell’Antico Testamento, che fornirono un’incredibile conferma al testo biblico che è arrivato fino a noi, questa volta si tratta di frammenti della traduzione greca dei libri dei profeti Naum e Zaccaria.
In particolare, l’articolo uscito sul Jerusalem Post, ci riporta il frammento del testo di Zaccaria 8:16-17: Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, nei vostri tribunali, secondo verità e per la pace; nessuno trami in cuor suo alcun male contro il suo prossimo; non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio”, dice il SIGNORE». Un appello che Dio fece a Israele oltre 2500 anni fa, in un brano che parla di benedizioni future dopo un periodo di grandi sofferenze. Ed è un appello alla verità, alla giustizia, alla sincerità interiore. La benedizione successiva scaturirà anche da questo passaggio dalla falsità alla verità, dall’ingiustizia alla giustizia, possibile solo se questo cambiamento avviene nel cuore umano, trasformato dall’azione di Dio negli uomini e donne che ascoltano la sua voce, il suo appello.
In un’epoca dominata dalle fake news, dal relativismo, dove ognuno si costruisce la propria verità spacciando menzogne per fatti veri, dove non si cerca nemmeno più di capire cosa è vero e giusto, ma si insegue solo quello che accontenta la propria, personale e spesso totalmente egoistica, visione della realtà… ecco che dalle pietre del deserto arriva questo appello alla ricerca della verità e alla sua diffusione, liberata dagli interessi personali, ma giusta e equa, proclamata da un cuore trasformato, che ama la pace e la verità.
A volte Dio usa proprio pietre e deserti per parlare. Abbiamo bisogno del silenzio di un deserto per ascoltare la sua voce, in mezzo a mille voci che ci portano in ben altre direzioni. E lì che Dio attira il suo popolo per parlare al suo cuore (Osea 2:14). E anche quando i suoi figli smettono di essere quei testimoni della verità che dovrebbero essere, o vengono zittiti, ecco che allora sono le pietre a farsi sentire. Gesù lo disse a quei farisei che volevano impedire ai suoi discepoli di parlare: Alcuni farisei, tra la folla, gli dissero: «Maestro, sgrida i tuoi discepoli!» Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro taceranno, grideranno le pietre» (Luca 19:39-40).
A quanto pare il testo ritrovato in questi giorni e emerso dal deserto pietroso della Giudea, presenta una piccola variante rispetto al testo canonico: lì dove si parla di tribunali (letteralmente ‘porte’, intese come gli ingressi ai luoghi dove si amministrava la giustizia) abbiamo invece strade. Forse è tempo che la verità non sia solo proclamata nelle sedi dei tribunali, dove purtroppo non sempre emerge, ma che sia annunciata, diffusa per le strade, in ogni luogo. Non una tra le tante "verità", ma la Verità. Esiste, è scritta su un libro, ma a volte esce anche dalle pietre di un deserto. Pietre che parlano. Anzi, che gridano.
Vedi anche i post: Che cos'è verità? (1 e 2), Alla fonte della (buona) notizia e Il prezioso tempo dell'attesa silenziosa.
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